Un posto al sole, Marina Giordano e l’omosessualità

Non è la prima volta che alla soap targata Rai Tre capita di affrontare tematiche che riguardano da vicino la collettività. Un posto al sole spesso, nel passato come anche in tempi non lontani, si è occupata di detenzione e rifiuti, tossicodipendenza e camorra, fede e disoccupazione. E di recente è tornata su un tema già battuto, ma mai sufficientemente esaurito, mai scontato né sanato: l’omosessualità.

Per una soap che porta in scena i sentimenti del quotidiano dei suoi protagonisti, tratteggiare le diverse sfaccettature delle emozioni e del sesso è prassi accreditata, e così tra stupri e rapporti di coppia solidi, primi approcci e romantiche dichiarazioni d’amore, separazioni e gravidanze, nella sceneggiatura partenopea torna in primo piano anche il tema del lesbismo. Stavolta, dopo i vari approcci degli anni scorsi, a proporre con la propria storia le vicissitudini dovute alla scoperta e alla rivelazione dell’omosessualità è l’affascinante personaggio di Marina Giordano (interpretata da Nina Soldano), la quale scopre di possedere una natura finora taciuta, evidentemente mai sospettata (visti i lunghi trascorsi con Roberto Ferri-Riccardo Polizzy Carbonelli), e di provare un’attrazione ed un affetto particolari per l’amica Aurora Iodice (Sara Bertelà). Obbligata a misurarsi con instabili certezze e strane pulsioni, Marina vive lo scomodo timore di doversi presentare al mondo con una nuova identità sociale, paura che minerà la stessa relazione con la già dichiarata lesbica Aurora.

L’amore saffico viene trattato in maniera delicata e pulita dalla trama, al fine di educare alla lotta contro gli insidiosi pregiudizi e le pericolose ipocrisie tuttora in circolazione, al fine di portare in scena le difficoltà riscontrate ancora oggi da chi non è libero di esprimersi e vivere i propri sentimenti senza subire i chiacchiericci altrui.